Marooned

14 luglio 2008

E’ lunedi mattina di un’estate qualunque e se sommiamo a questo la voglia di trovarsi lontano dal proprio ufficio, dal proprio posto di lavoro, dal proprio mondo l’aria si fa più pesante e tutto sembra più difficile. La vita è proprio strana… passi gran parte del tuo tempo a lottare per i tuoi sogni per le tue ambizioni, le passioni, per i tuoi amori e se ce la fai o no poco importa, la fine per tutti noi è sempre quella, sia che abbiamo tappezzato il nostro album biografico di grandi imprese sia che abbiamo fatto solo del male agli altri e a noi stessi. Perchè darsi da fare? perchè impegnarsi? cosa cambia?

Credo che la musica sia la più grande forma d’arte insieme al corpo di una bella donna.

La prima delle due è un piacere condividerla, la seconda a volte un pò meno.

Proprio per questo oggi voglio far ascoltare a chi interessa un brano  dei Pink Floyd , Marooned che è stato premiato nel 1994 con un Grammy Award  come miglior canzone strumentale. Dato che essendo appunto instrumental di parole non ce ne sono ed è il titolo a dare un impronta forte a quello che la chitarra di uno dei migliori musicisti di tutti i tempi vuole esprimere in questo brano.  Ascoltandolo credo si possa dire che non è assolutamente necessario sapere che la traduzione in italiano di Marooned è “abbandonato”. Ho scelto questo video (di cui non conosco la provenienza) perchè credo riesca ad esprimere discretamente il turbinio di emozioni che questo sfogo reso musica trasmette… nonostante ci sia una versione che è una chicca; Gilmour la suona al 50esimo anniversario della Fender con la sua Stratocaster serial number n. 00001 bianca con parti placcate in oro (comprata dal suo manager Phil Taylor che gli chiese un prestito per comprare una casa e lui lo ricattò chiedendogli in cambio quella chitarra 🙂 )e dichiarerà successivamente che quella è stata l’ultima volta che ha suonato quella chitarra in pubblico a causa di vari problemi tecnici alla stessa.

Questa opera per me è la chiara dimostrazione di tante cose… della grandezza infinita del genio umano, della differenza enorme che passa tra chi una cosa la fa perchè non può essere altrimenti e di chi c’è capitato a farla (provate a immaginare quanti chitarristi ci possono essere al mondo… ditemene uno che possa tirar fuori qualcosa di meglio da quello strumento, non nella tecnica ma nell’espressività… la sua chitarra emoziona in ogni singolo semplice lento gemito e parla meglio di mille voci messe insieme) e del fatto che queste persone non sono altro che la rappresentazione vivente dell’antitesi all’introduzione provocatoria di questo articolo. 

Secondo me Gilmour con questa canzone vuole trasmettere l’immensa voglia di cercare qualcosa che si è perduto di cui si ha incredibilmente bisogno e la dimostrazione che nella peggiore delle ipotesi si vaga una vita senza ritrovarlo…

scusate per l’iniezione di tristezza ma questo è quanto, per me.

Questi sono gli inimitabili Pink Floyd, questo è l’inconfondibile David Gilmour, questa è Marooned

Mach3Sesto